Se
mi mettessi a postare ogni nuovo numero acquistato di ogni rivista che leggo
probabilmente questo blog sarebbe pieno di post dal titolo “New In”, non
avrei problemi a pensare ai contenuti di queste pagine, alle idee da tradurre
in parole, e non riscontrerei le difficoltà che invece incontro quotidianamente
nel constatare quanto io sia una fashion blogger (posso davvero chiamarmi così?
Posso GIÀ definirmi così?) atipica.
Perché
dunque un post in cui racconto del mio acquisto di oggi? Mah... forse giusto
per scambiare due chiacchiere con lo schermo del PC, o forse perché in fondo
qualcosa da dire sul mio acquisto in edicola di oggi c’è…
Ebbene, ho comprato “A” – settimanale femminile del gruppo RCS –, quello che un tempo si chiamava “Anna”. Perché queste info? Ma perché da storica dell’arte ragiono… da storica! E soprattutto perché dopo aver studiato un pochino di storia delle riviste di moda italiane il chiodo fisso di sapere almeno chi sia l’editore di una testata giornalistica (non sembra, ma vuol proprio dire tanto…) ti rimane. Puntigliosità bibliografiche a parte, dicevo, ho comprato “A” e posso dire di aver fatto due piccioni con una fava: numero dedicato alle sfilate FW 2012 e… libro allegato! :)
Ecco,
già solo il fatto di analizzare le dinamiche dell’acquisto di una rivista con
allegato meriterebbe tutto un post a sé, valutando il potere attrattivo del
“regalo” (che poi si paga… ma che regalo è???), stimando quante volte nella mia
vita io abbia comprato – soprattutto riviste – perché insieme c’era… qualunque
cosa!!! Dalla borsa, alla pochette, ai trucchi, ai cosmetici per giungere, come
nel caso di oggi, ai libri.
Ma
questo non è il post di oggi. (Mi annoto però l’idea per il futuro!! Giusto
perché le idee per questo blog scarseggiano! :P In realtà – voi non potete
saperlo – di idee nella mia testa ce ne sarebbero tantissime e anche di post
iniziati e mai finiti!!! Magari un giorno li pubblicherò comunque…)
Dicevo:
“A” con lo speciale sfilate Autunno-Inverno 2012. Credo di aver speso un
capitale nelle ultime tre settimane per “investire” nelle riviste con foto,
tendenze, consigli per gli acquisti (come se io avessi bisogno di consigli per
spendere soldi… ci riesco benissimo anche senza!! :P ) e chi più ne ha più ne
metta su quanto andrà di moda la prossima stagione, ormai alle porte. Perché?
Ma per i lookbook, ovviamente! Oddio, io cosa andrà di moda lo so già dal
febbraio scorso, dopo essermi guardata foto e video delle sfilate sui siti
delle testate specializzate e su alcuni blog che seguo. Come a dire, io non
avevo bisogno di documentarmi ulteriormente. Ma, non si finisce mai di
imparare, no? E soprattutto, una brava Visual Merchandiser deve pensare anche
agli altri. Come a dire: è giunto il momento di pensare ai lookbook. Al
plurale, sì. Sono due. Saranno, meglio, almeno due. Uno per il negozio di
adesso, e uno… per il negozio che verrà. Quello che ancora non c’è, ma in cui
presto lavorerò. Quello che ancora non conosco, ma che ho già nel cuore.
Un
bravo Visual sa comunicare i mood delle collezioni, sa capire, spiegare,
interpretare e vendere le tendenze. Documentiamoci, dunque, un po’ meglio, mi
sono detta. E vai, dunque, con la decima rivista con dossier sfilate. Giusto
perché le altre nove forse non mi avevano ancora detto tutto… :P
In
realtà più foto ci sono e meglio è, visto che presto le riviste (fatta
eccezione per “Vogue”: quello a malapena lo si “tocca” per leggerlo!) saranno
ridotte in brandelli, e trasformate in due diversi quaderni di tendenze, mio
regalo agli staff dei negozi Zara con cui ho il piacere di lavorare attualmente
e in futuro.
Se
tuttavia penso al fatto che sostanzialmente “A” come rivista non mi piace (“de
gusti bus non est disputandum” diceva qualcuno…) so che stamattina avrei
totalmente desistito dall’ennesimo acquisto in edicola, se non fosse stato che
insieme ad “A” c’era lui, l’allegato. Quello di cui sopra. Ovvero un libro.
Titolo:
Pigchic – L’amore, la moda, la sfiga
di Demetra Dossi, giovanissima fashion blogger, creatrice del blog Pigchic – Fashion and trend news. Conosco da un po’ il suo blog, ma fino a oggi non era
tra quelli che seguo con assiduità. Credo tuttavia che presto lo inserirò nella
mia personale blogroll (a tutt’oggi da aggiornare, peraltro). Nel frattempo mi
dedicherò alla lettura del suo romanzo, consapevole che non avrò tra le mani
della letteratura, ma una lettura decisamente easy. Perché comprare il libro se tanto si tratterà quasi
sicuramente “di poca cosa”, chiederebbe chiunque. Per curiosità, rispondo io.
Trovo il fenomeno del fashion blogging complicato, sfaccettato e degno di
estrema attenzione (tanto da essermi lanciata e dire: ci provo anche io!),
soprattutto per quanto riguarda i suoi annessi e connessi. I fashion blogger
scrivono pochissimo (e in questo io sono diversa da molti altri), ma postano
soprattutto foto, immagini, sprazzi subitanei delle loro vite che filtrate dal
web appaiono tanto glamour. Scrivono poco sul web, ma poi scrivono libri.
Romanzi, o altro. Che cosa strana, mi sono detta. Sapevo già – prima di venire
a conoscenza del fatto che oggi sarebbe stato in vendita assieme ad “A” – di Pigchic (e stavolta parlo del libro!) e
di fronte alla possibilità di averlo a un prezzo irrisorio mi sono detta che
per 4,90 € uno la curiosità se la poteva anche togliere. Mentre rientravo a casa dal lavoro ho
letto le prime pagine, decretando che questo romanzo mi terrà certamente compagnia
durante i prossimi giorni: lettura perfetta per i miei viaggi in autobus e le
mie pause pranzo, è già dentro la mia borsa ad aspettarmi.
Poche
pagine lette non mi permettono certo di emettere giudizi, ma certo è che in
qualche modo mi ritrovo nelle parole della quarta di copertina:
L’universo femminile su divide in due
categorie: le donne che inciampano e sono piene di difetti, donne normali che
affrontano ogni giornata sui tacchi alti ma con un paio di ballerine in borsa,
e quelle che non inciampano, perfette e sempre truccate, mai una parola o un
vestito fuori posto. Dafne appartiene a pieno titolo alla prima categoria.
Poi la moda l’ha cambiata…
Ecco,
diciamo che la moda, nel corso degli anni, ha cambiato anche me. Ecco perché
tanta curiosità di leggere questo libro.
Infine, ci tengo a una piccola precisazione, e in ciò potrei anche essere profetica.
L’ultima volta che ho acquistato un libro allegato a una rivista era il lontano
2004: il mensile in questione era “Elle”, comprato così, nell’attimo
vertiginoso di un acquisto d’impulso, e l’autrice del libro era una pressoché
sconosciuta Lauren Weisberger. Il titolo del libro? Il diavolo veste Prada, of course.
Non
occorre invece precisare che di lì a un paio d’anni da quel romanzo (sempre di
“non letteratura”) avrebbero tratto un film, che ogni fashionista che si
rispetti ha visto. Ma che dico: conosce a memoria.
Magari
tra un paio d’anni mi ritroverò ad andare al cinema a vedere Pigchic"(e stavolta parlo del film).
Sempre per curiosità, of course. :)
If I were to post every new magazine’s issue that I buy this blog probably would be filled post titled "New In" and I would not have problems to think about the content of these pages, to translate ideas into words, and I would not have the difficulties that I see every day in how I'm an atypical fashion blogger (Can I really call me that? Can I call myself that YET?).
Why, then
post a story in which I’m writing about what I bought today? Maybe just for a
chat with the PC screen, or perhaps because in the end there is something to
say about my shopping on newsstands today...
Well, I
bought "A" – RCS’ group female weekly magazine – what once was called
"Anna". Why are these info? But because as an art historian I speak
... as an historian! And mostly because after I studied the history of Italian
fashion magazines, the obsession to know at least who is the publisher of a
newspaper (not appear, but does it really say much ...) has stayed with me. Bibliographical
punctiliousness aside, I was telling you, I bought "A" and I can say
I did kill two birds with one stone: issue dedicated to fashion shows FW 2012
and annexed ... a book! :)
Here, the
mere fact of analyzing the dynamics of the purchase of a magazine with an
attachment deserves a post in itself, by evaluating the attractive power of the
"gift" (which you pay ... but what kind of gift is it?), by
estimating how many times in my life I have bought something – particularly
magazines – because together there was... whatever! From the bags, to make up
kits, to cosmetics to reach, as is the case today, to books.
But this is
not the post today. (However, I will note the idea for the future! Just because
ideas are scarce for this blog!: P Actually – you can not know – in my mind
there are many ideas and even post started and never finished! Maybe a day I
will publish them anyway...)
I was saying:
"A" with a special article on the Fall-Winter 2012 fashion shows. I
believe I have spent a lot of money in the last three weeks to
"invest" in magazines with pictures, trends, tips for shopping (as though
I had need advice for spending money ... I can very well without us!: P) about
what will be fashionable next season, just around the corner. Why? But for the lookbooks, of
course! Oh, I know what will be trendy since last February,
after I looked at pictures and videos of fashion shows on the websites of
specialist publications and on some blogs that I follow regularly. As if to
say, I did not need to read up further. But, you never stop learning, right?
And above all, a good Visual Merchandiser must think of the others. Like
saying: it is time to think about the lookbooks. In the plural, yes. Two. One
for the shop now, and one ... for the store that will. What is still there, but
where I will work soon. What I still do not know, but I have the heart.
A good Visual
knows how to communicate the mood of the collections, he (or she) can
understand, explain, interpret and selling trends. Let's to know more a bit
'better, I said. So, this explains the purchase of the tenth magazine with
attached file shows. Just because the other nine, perhaps I had not told all
yet... : P
Actually I'm
glad to have a lots of pictures, because soon
the magazines (except for "Vogue": I'll just “touch” it to
read it!) will be reduced to shreds, and transformed into two different
notebooks of trends, my personal gift to Zara store’s staff with which I have
the pleasure to work now and in the future.
However, if I
think about the fact that essentially I don’t like "A" as a magazine
("In matters of taste,
there can be no disputes" someone said...) I know that I totally gave up
this morning by the latest purchased at newsstands, if only the attachment had
not been together in the magazine. The attachment mentioned above. That is a
book.
Title: Pigchic - Love, fashion, and bad luck of
Demetra Dossi, young fashion blogger, creator of Pigchic - Fashionnews and trends blog. I know her web site since while, but until now it was not among
those I follow regularly. But I believe that soon I'll put it in my personal
blogroll (as yet to be updated, however). In the meantime I will dedicate to
the reading of his novel, knowing that it is not literature, but a very easy read. So, anyone might ask why buy
the book if so it will almost certainly "a little thing"? Out of
curiosity, I say. I find the phenomenon of fashion blogging complicated,
multifaceted and worthy of close attention (both launched by myself and say: I
try too!), especially with regard to its implications and consequences. The
fashion bloggers write almost nothing (and in this I am different from many
others), but they put in their post especially photos, images, sudden glimpses
of their lives that filtered from the web seem so glamorous. They write very
little on the web, but then they write books. Novels, or whatever. What a strange
thing, I said. I already knew - before finding the book on sale today with
"A" - of Pigchic (and this
time I speak of the book!) and facing the possibility of having it at a
ridiculous price, I said that for just € 4.90 I might satisfy my curiosity. While
I was returning home from work I read the first pages, stating that this novel
certainly accompany me during the next few days: the perfect read for my
travels by bus and my lunch breaks, it's already in my bag waiting for me.
Read a few
pages certainly did not allow me to pass judgment, but it is certain that
somehow I find myself in the words of the back cover:
The universe
of women is divided into two categories: women who stumble and are full of
defects, normal women who walk every day in high heels but with a pair of flats
in your bag, and those who do not stumble, and always are perfectly made up, never a word or a dress out of place. Daphne
belongs fully to the first category.
Then the
fashion has changed her...
Here, you can
say that fashion, over the years has changed me too. That's why I was so
curious to read this book.
Finally, I
want a little clarification, and this could also be prophetic. The last time I
bought a book attached to a journal was back in 2004: the monthly magazine in
question was "Elle", bought in the moment of a vertiginous impulse,
and the author of the book was a virtually unknown Lauren Weisberger. The title
of the book? The Devil Wears Prada,
of course.
Instead, I do
not have to point out that in a couple of years from that novel (always
"not literature")a movie were made; a film that every self-respecting
fashionista has seen. What am I saying? Knows by heart.
Instead, I do
not have to point out that a couple of years later from that novel (always
"not literature")a movie were made; a film that every self-respecting
fashionista has seen. What am I saying? Knows by heart.
Maybe in a couple of years I'll be going to the cinema to see Pigchic (and this time I’m speaking of the film). Always to satisfy my curiosity, of course. :)
Maybe in a couple of years I'll be going to the cinema to see Pigchic (and this time I’m speaking of the film). Always to satisfy my curiosity, of course. :)
text & pic by Alice Brutti
